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Recuperare le radici: l’emigrazione nella Val Calanca

“ La Calanca è una valle selvaggia e improduttiva. I suoi abitanti sono poveri e molti di loro vanno all’estero a guadagnarsi il pane, qui e là, anche commerciando con resina e pece, per ricavare da nutrire i vecchi e i bambini di casa. Uomini e donne, tutti quelli che sono in grado di camminare, all’inizio dell’inverno lasciano la valle e si sparpagliano nelle Tre Leghe, nella Confederazione e in Germania, dove campano stentamente fin verso l’estate, quando rincasano con ciò che sono riusciti a guadagnare e a risparmiare ” (Ulrich Campell, 1510-1582). Recuperare le radici: l’emigrazione nella Val Calanca La Val Calanca si trova nel cuore delle Alpi, tra le vette maestose e i boschi secolari: è un luogo che ha conosciuto nel corso dei secoli una storia di duro lavoro e sacrificio, ma anche di resilienza e speranza. Le parole di Ulrich Campell, scritte oltre cinque secoli fa, ci offrono uno sguardo penetrante sulla vita dei suoi abitanti, che sono di lingua ed etnia it
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Una "giustizia" che può alimentare divisioni e femminicidi

    La richiesta del Pubblico m inistero di Brescia sul caso di maltrattamenti coniugali: u n appello fuori luogo che può alimenta re il femminicidio e divide re la società BRESCIA . In Italia la giustizia è fondata sul rispetto delle leggi della Repubblica Italiana, un principio che dovrebbe essere indiscutibile. Tuttavia, recentemente, una richiesta del Pubblico ministero durante un processo per maltrattamenti coniugali a Brescia ha sollevato una serie di preoccupazioni e polemiche.  Nel caso in questione, un uomo proveniente dal Bangladesh è stato accusato di maltrattamenti fisici e psicologici nei confronti della sua moglie, anche lei del Bangladesh, ma cresciuta in Italia. Ciò che rende questa richiesta del Pubblico m inistero così controversa è la sua argomentazione, secondo cui i maltrattamenti sarebbero “il frutto dell’impianto culturale e non della sua coscienza e volontà di annichilire e svilire la coniuge”. Di conseguenza, il Pubblico m inistero ha chiesto l’as

Gli italiani visti da Benedetto Croce

  Il volume di Roberto Vannacci, “Il mondo al contrario”, si apre con una frase di Benedetto Croce, il quale ha affermato: “Strani questi italiani: sono così pignoli che in ogni problema cercano il pelo nell’uovo. E quando l'hanno trovato, gettano l'uovo e si mangiano il pelo”. Questa citazione riflette un tratto culturale o comportamentale che è stato spesso associato agli italiani: la tendenza a focalizzarsi sugli aspetti minori o irrilevanti di una situazione o di un problema, trascurando nel frattempo gli aspetti più importanti o fondamentali. Questa citazione, inoltre, mette in luce un modo di affrontare le questioni che può avere sia aspetti positivi che negativi. Da un lato, l'attenzione ai dettagli e la cura per la precisione sono virtù importanti. La ricerca del "pelo nell'uovo" può portare a una maggiore precisione e accuratezza nelle analisi, nelle valutazioni e nelle decisioni. Questa tendenza può favorire la riflessione critica e

La tragica morte di Iris Setti mette in luce la necessità di scelte responsabili

(un parco di un comune italiano) La tragica notizia della morte di Iris Setti, una donna di 61 anni uccisa brutalmente da uno straniero senza fissa dimora nel parco Nikolajevka di Rovereto, ha scosso profondamente l’opinione pubblica e impone a tutti – politici e semplici cittadini – a riflettere sull’importanza di un’accoglienza degli stranieri fatta in maniera responsabile.  L'accoglienza delle persone straniere è un dovere umano e civile che ogni Paese dovrebbe assumersi con serietà e sensibilità, e in base alle risorse finanziarie che ha a disposizione. Tuttavia, è altrettanto fondamentale riconoscere che tale accoglienza deve avvenire in maniera responsabile e sostenibile, e che certi appelli possono soltanto illudere gli stranieri incoraggiati a venire in Europa. Le tragedie come quella di Iris Setti ci ricordano che ignorare questa responsabilità può portare a conseguenze devastanti.  L’aggressore, un individuo senza fissa dimora e di origine straniera, era già noto alle

Il suono delle campane a Mezzogiorno: un richiamo storico di fede e di vittoria

  Nelle tranquille strade delle città e nei remoti villaggi, il suono delle campane delle chiese cattoliche risuona ancora oggi a mezzogiorno, richiamando fedeli e curiosi con la sua melodia inconfondibile. Mentre il loro richiamo può sembrare un’abitudine quotidiana, le radici di questa tradizione affondano profondamente nella storia e nella lotta per la fede. Una di queste storie che ancor oggi risuona attraverso il suono delle campane è quella dell’assedio di Belgrado nel 1456.   Dopo la caduta di Costantinopoli nel 1453, l’Impero Romano d’Oriente trovò il suo tragico epilogo, e il mondo cristiano guardò con crescente preoccupazione alla costante minaccia de i musulmani . Fu in questo contesto che il sultano ottomano Maometto II, iniziò a mirare al Regno d’Ungheria e alle sue preziose fortezze, nella sua marcia verso l’espansione territoriale.  Il punto di conflitto divenne Belgrado, una città al confine dell’Ungheria, presidiata da János Hunyadi, un valoroso nobile tra

La fede? Un viaggio che inizia col Battesimo

  L’educazione religiosa fin dalla tenera età svolge un ruolo fondamentale nella formazione di una base spirituale solida. I sacramenti dell’iniziazione cristiana, quali il battesimo, la confessione, la prima comunione e la cresima, rappresentano pietre angolari nell’edificazione della crescita spirituale di un bambino. Questi sacramenti non soltanto stabiliscono un legame profondo con la comunità religiosa, ma offrono altresì un’opportunità unica per imparare i principi fondamentali della fede cattolica e sperimentarli attivamente nella pratica.  La prospettiva che sostiene l’importanza dell’educazione religiosa fin dalla giovane età trova radici profonde nelle credenze e nelle tradizioni della Chiesa cattolica. Secondo questa visione, la fede non dovrebbe essere considerata come un concetto separato e distante dalla vita quotidiana, ma come un insieme intrinsecamente intrecciato di valori e insegnamenti che possono guidare fin dall’infanzia i passi dei bambini. Proprio

L'esperienza di don Olivo Bolzon: una testimonianza preziosa sulla vita degli emigranti italiani

(don Olivo Bolzon, 1932-2018) E' sempre attuale il diario di don Olivo Bolzon, un prete della diocesi di Treviso, che nelle pagine di un diario raccolse la sua insolita esperienza lavorativa come spazzino nella città di Colonia nel 1964. Questo volumetto di soli 80 pagine, intitolato "Diario", offre un'interessante testimonianza che invita alla riflessione sulla vita degli emigranti italiani e sulle sfide che affrontavano nel cercare un futuro migliore all'estero. Scritte inizialmente come una sorta di confidenza personale, le pagine del diario rappresentano ora una preziosa testimonianza di un periodo storico significativo.  Durante il suo periodo a Colonia (luglio - agosto 1964), don Olivo si trasferì in un casermone abitato da altre 130 persone, condividendo la sua esperienza di lavoro con colleghi che non conoscevano la sua vera identità di sacerdote. Questo gli permise di immergersi completamente nel mondo operaio e di conoscere da vicino le lotte, le speranz